Roma – Una variante del già noto malware “Zeus”, conosciuto anche come “Panda”, si sta diffondendo, sfruttando un codice malevolo nascosto in un falso modello F24 ad un messaggio di posta, camuffato come inviato dall’Agenzia delle Entrate. Una volta installato, il malware infetta il sistema della vittima, cercando i dati personali dell’utente di interesse (password di accesso a servizi bancari, posta elettronica, social network, siti internet) e permettendo così ai criminali informatici di sfruttarne l’utilizzo a scopi illeciti e nella totale insaputa delle vittime. Un pc infettato può poi essere base per attacchi ad altri utenti, usando i profili online dell’utente per inviare malware ad altri utenti. «Il malware – ha spiegato in una nota la Polizia Postale – agisce consentendo ai malfattori di assumere “a distanza”, e all’insaputa della vittima, il controllo della macchina infettata, dalla quale i dati vengono carpiti e successivamente trasmessi, e che viene a sua volta utilizzata per infettare altri dispositivi». A questo scopo è importante proteggere le email in arrivo e ricordare che l’Agenzia delle Entrate, ente frequentemente utilizzato dal cyber-crime, contatta l’utenza per lo più tramite raccomandata ed avere un sistema di controllo delle email (antivirus ed altri apparati di difesa) sono sempre più utili per evitare brutte sorprese. La Polizia postale in merito ha anche lanciato un allarme al fine di tenere alta l’attenzione.

 

 

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