New York – L’Internet of Things è un’industria il cui valore è stimato ad oggi all’incirca sui 3 miliardi di euro e sempre più destinata a crescere e consolidarsi. Se però da una parte offre grandi vantaggi e comodità, dall’altra apre a numerosi rischi e problematiche da non sottovalutare con i tanti dispositivi messi in rete. Tra i tanti device connessi nella sola Italia, stando ad uno studio dell’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano, ce ne sarebbero 14,1 milioni tramite rete cellulare (+37% rispetto al 2016), senza contare quelli che sfruttano altre tecnologie come la radiofrequenza, così da generare un notevole traffico di dati oltre che, essendo comunicanti tra loro, permettere aggressioni su vasta scala di botnet e malware. Negli Usa non sono ad esempio mancati hacker che sono riusciti ad infilarsi perfino dai monitor dei giochi dei bambini o dai router con dispositivi in grado di raccogliere dati di ogni genere e trasmetterli da remoto. Tante le soluzioni elettroniche oggi a rischio con forni, lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie che la fanno da padroni. Non a caso esisterebbe perfino una specie di motore di ricerca degli hacker, i risultati che vengono trovati sono chiavi di accesso di webcam, frigobar, stampanti di rete, stazioni di benzina, computer, semafori e impianti di condizionamento… Tutto questo mette sempre più a repentaglio i dati in rete e secondo la “Juniper Research” nel 2019 si investiranno ben 2,1 trilioni di dollari per contrastare il crimine informatico ed evitare falle nei sistemi, prima che nel 2020 le apparecchiature connesse in rete raggiunga la notevole cifra di 20,8 miliardi.