Roma – L’istituzione di un comando unico per la sicurezza informatica è stata decisa da un provvedimento del governo uscente, trasmesso alle commissioni parlamentari per il via libera definitivo e nato per attuare la direttiva europea n.1148/2016 denominata NIS (Network and information security). Il Centro Nazionale di Ricerca e Sviluppo in Cybersecurity avrà come compito principale la ricerca avanzata, lo sviluppo di architetture, applicazioni e azioni di varia natura di respiro nazionale. Il testo è nato anche a seguito dei crescenti attacchi hacker alle amministrazioni pubbliche e centrali (70) ed enti locali (30%) nell’ultimo anno. Il Centro Nazionale dovrà poi essere ovviamente affiancato da un Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale la cui attivazione risulta essere di primaria importanza, anche per lo sviluppo delle architetture nazionali tolleranti le vulnerabilità. Non sono ovviamente poi mancati attacchi ai sistemi bancari e finanziari, sanitari ed ospedalieri. Il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) nel rapporto 2017 presentato nelle settimane scorse ha confermato poi che le minacce informatiche principali restano quelle di gruppi hacker per il 50%, di gruppi di spionaggio informatico per il 14%, di “incursioni cyber” ad opera di ignoti del 36%.