Roma – Dei ricercatori informatici hanno messo in guardia da una campagna spam per favorire la diffusione del ransomware GrandCrab, un “virus del riscatto”, ovvero il classico dispositivo che infetta i pc, prende possesso dei file e li blocca con l’uso della crittografia, richiedendo poi un riscatto in Bitcoin per riavere il pieno utilizzo dei documenti. Scoperta nel gennaio 2018, la famiglia GrandCrab è caratterizzata dal costante aggiornamento dei codici virus e per le tecniche sempre innovative di diffusione. La nuova versione del virus è stata denominata “GrandCrab 2.1” e viene diffusa tramite una campagna email spam spam, distribuita attraverso una campagna di email spam. Tutti i messaggi hanno un allegato in Javascript, che installa un malware GrandCrab sul pc. Stando agli studi condotti, i server degli hacker sarebbero ospitati negli Usa, mentre i paesi più colpiti al momento sarebbero Perù, Cile, India e Stati Uniti, anche se in realtà la minaccia si sta diffondendo a macchia d’olio a livello planetario, richiedendo sempre un riscatto pari a 400 dollari, ovvero circa 330 euro, pagabili solo la cripto-valuta Dash e l’uso del browser web Tor. Valide risposte a questi attacchi restano per gli analisti i servizi antivirus, di protezione web e copia dei dati.