Roma – Il ransomware SamSam, generato dall’omonimo gruppo di cyber-criminali sta continuando a mietere vittime, nonostante siano autori di un software in circolazione ormai dal 2015 (in quell’anno colpirono una serie di ospedali statunitensi richiedendo un riscatto per sbloccare i dati). Per inoculare il ransomware SamSam nelle loro vittime, i criminali informatici usano una vasta gamma di tipi di cyber attacchi, pur di trovare punti deboli dei sistemi e degli apparati informatici. Secondo gli studi degli esperti di cyber security, per criptare i files viene usata la codifica RSA-2048, algoritmo lento, ma molto efficace. Quando l’operazione è stata terminata, alla vittima viene inviata la richiesta di riscatto, con la possibilità di sbloccare un file gratis come dimostrazione di “buona volontà”. Stando alle ricerche il ransomware SamSam fino ad oggi avrebbe generato profitti per almeno 850.000 dollari.

Stando alle rilevazioni fatte da Check Point Software Technologies gli hacker informatici sono sempre più alla ricerca del modo più semplice per entrare in una rete, mentre l’Italia scala le classifiche dei Paesi al mondo più colpiti dagli attacchi informatici, salendo all’89esimo posto