Roma – Localizzati anche quando non vogliamo. Stando a un’inchiesta dell’Associated Press, confermata da ricercatori informatici dell’università di Princeton, molti servizi di Google – sia su iPhone sia su smartphone Android – memorizzano i dati relativi alla localizzazione anche quando si configurano le impostazioni sulla privacy in modo da evitarlo. Ciò semplicemente usando app come Mappe, Google chiede all’utente il consenso ad accedere alla localizzazione se vuole sfruttare il servizio di navigazione e, acconsentendo, si diventa “geo-localizzati” anche negli spostamenti successivi. Stando all’inchiesta condotta non sarebbe poi vero che si possa davvero «disattivare la Location History in ogni momento» e che, quindi, «i posti in cui va l’utente non sono più memorizzati», come si può leggere nelle pagine di supporto al servizio. Infatti, alcune applicazioni continuano a memorizzate dati sulla posizione senza chiedere il permesso, come ogni volta che si aprono le Mappe o quando, ad esempio, gli smartphone Android ricevono le previsioni meteo. Da parte sua Google ha reso noto, tramite un portavoce, che «esistono diversi modi in cui la compagnia può utilizzare la posizione per migliorare l’esperienza degli utenti. Forniamo descrizioni chiare di questi strumenti, insieme ai controlli con cui le persone possono attivarli, disattivarli e cancellare la loro cronologia in qualsiasi momento». La compagnia internazionale ha anche ricordato che per impedire di salvare gli indicatori di posizione, si può disattivare l’impostazione chiamata «Attività web e app».
Smartphone sempre geo-localizzati, anche se inconsapevoli
da Halley Sistemistica | Ago 27, 2018 | News SICUREZZA | 0 commenti