Come si legge nel sito del Garante della Privacy, è partito ieri il “Privacy Sweep 2018”, ovvero un´indagine a carattere internazionale dedicata al principio dell’accountability, introdotto in Europa dal Regolamento Ue 679/2018 (GDPR).

Il termine in lingua inglese “accountability”, viene utilizzato dal legislatore europeo per esprimere il concetto che trova in italiano la traduzione più adatta in “responsabilizzazione”.

In realtà già nell’ambito della precedente normativa sulla privacy, il tema della responsabilizzazione era presente, ma solo oggi ha trovato una espressa previsione sul piano del diritto positivo.

L’esigenza soddisfatta dall’introduzione del principio di responsabilizzazione è stata quella di far in modo che i soggetti che determinano finalità e mezzi del trattamento, o che trattano i dati per loro conto (quindi il titolare ed il responsabile del trattamento) fossero spinti a porre in essere tutte le misure necessarie alla protezione effettiva del dato personale oggetto dei trattamenti.

Le legislazioni precedenti, infatti, prediligevano una regolamentazione volta a determinare essenzialmente i rimedi alle possibili violazioni e conseguenti danni e avevano quindi una forte connotazione reattiva contro un’insufficiente attenzione ad obiettivi di protezione preventiva.

Ciò che oggi viene richiesto ai titolari ed ai responsabili, invece, è un approccio proattivo e non più reattivo, con focus su obblighi e comportamenti che prevengano in modo effettivo il possibile evento dannoso.

Dunque al via il “Privacy Sweep 2018”!

Si legge nel sito del Garante che l’iniziativa sarà “coordinata dalla Global Privacy Enforcement Network (GPEN) – la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di diversi Paesi – e prenderà in esame le misure che titolari o responsabili del trattamento hanno adottato per garantire e dimostrare il rispetto delle norme e degli standard in materia di protezione dei dati.

Il Garante italiano concentrerà la sua azione sulle Regioni e sulle Province autonome e sulle rispettive società controllate che effettuano rilevanti trattamenti di dati personali per lo svolgimento di compiti di interesse pubblico.”

Oltre all’Autorità italiana, parteciperanno all’indagine anche altre 17 Autorità garanti della privacy di altrettanti Paesi del mondo e i risultati saranno resi pubblici il prossimo novembre.

La predetta indagine fa seguito ad altre analoghe effettuate i passato su informative privacy, su siti web, sulle app per la telefonia mobile, i servizi online destinati a minori e l’Internet delle cose.