Roma – Il trojan DanaBot ormai colpisce anche in Italia, dopo aver colpito in Australia e Polonia. A scoprirlo alcuni ricercatori dell’Eset, che hanno individuato una campagna in corso da settembre scorso, soprattutto tra le banche di Italia, Germania e Austria. Il meccanismo di attacco è sempre il solito: e-mail di phishing, che i ricercatori definiscono «piuttosto plausibili», per trarre in inganno i meno accorti e cliccare, magari, su link che reindirizzano a siti malevoli. Stando ai dati forniti dai ricercatori Eset, nel mirino di DanaBot ci sarebbero i domini di molteplici istituti bancari italiani, tra cui Ubi Banca, Intesa San Paolo, Hello Bank, Bnl, Fineco Bank, Banco Popolare, Cariparma, Che Banca e Gruppo Carige. Dato positivo è il fatto che non sono riusciti a bucare i database online delle banche, a dimostrazione dell’efficienza dei servizi di protezione attivati dagli istituti di credito. Sfruttando il trojan DanaBot gli hacker tentano comunque di accedere ai dati dell’account dell’utente attraverso le e-mail di phishing, quindi sottraendo i dati di accesso del singolo account. Ancora una volta visionato che gli autori truffaldini usano un italiano sgrammaticato, è sempre opportuno dotarsi dei migliori sistemi di protezione a livello perimetrale e delle singole postazioni, con protezioni web in grado di riconoscere i link pericolosi.