Riconoscimento facciale, la Ue corre ai ripari

Londra – Al King’s Cross di Londra ormai ci sono telecamere che scansionano e riconoscono i volti dei passanti senza permesso esplicito, monitorando oltre 270 mila metri quadrati, ovvero dall’affollata stazione dei treni fino alla sede di Google. Il dato è emerso da un’inchiesta dell’associazione Big Brother Watch, pubblicata nei giorni scorsi dal Guardian, rivelando che sistemi di riconoscimento facciale sono diffusi e molto utilizzati in centri commerciali, musei, auditorium e in altri spazi privati in tutto il Regno Unito. Dubbi sull’effettiva applicabilità di quetsi sistemi sono stati manifestati dallo stesso garante della privacy britannico. Un anno fa l’argomento aveva interessato le frequentatissime aree di Soho, Piccadilly Circus e Leicester Square, dove erano state installate videocamere con riconoscimento facciale per aumentare i controlli durante il periodo dello shopping natalizio. Gli esperti del settore ritengono che il riconoscimento facciale possa costituire un pericolo inedito e una tecnologia capace come nessun’altra di limitare la libertà di chi ne è soggetto, tanto da essere uno dei metodi adottati in paesi non democratici come la Cina. In merito pertanto si sta sollevando anche l’attenzione della commissione europea, intenzionata a far rispettare il Gdpr, perlomeno all’interno dei confini Ue (in attesa della chiusura della ‘Brexit’).