Roma – Due cittadini nigeriani sono stati individuati dalla Polizia Postale quali autori di una sofisticata frode informatica. L’operazione è stata coordinata dalla sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale di Napoli, sotto la direzione della Procura partenopea ed in collaborazione con i colleghi della Postale di Torino. Insieme le varie forze hanno stretto il cerchio attorno a due pericolosi truffatori informatici, cittadini nigeriani residenti nel nostro Paese, responsabili di una sofisticata frode informatica nota come Bec (Business Email Compromise), una particolare forma di reato tecnologico-finanziario, ormai nota nel panorama internazionale e caratterizzata dall’intercettazione di comunicazioni telematiche (prevalentemente via e-mail) tra due partner commerciali (ad esempio tra fornitore e cliente), grazie alla quale abili cyber criminali, rubando l’identità digitale ed attraverso falsi indirizzi email, si appropriano con l’inganno di notevoli somme di denaro, spesso mettendo in ginocchio le imprese, specialmente medie e piccole, vittime del reato.
La frode in questione agisce grazie alla violazione degli spazi informatici ed allo studio della vittima, assumendo un patrimonio di informazioni vastissimo e dettagliato spiandone le abitudini, osservando la natura dei personali e commerciali che essa intrattiene, ed acquisendo illecitamente i suoi dati più riservati. A rendere ancor più subdola la tecnica del cosiddetto email spoofing, ossia l’attivazione, è che agisce attraverso specifici software, di una casella di posta elettronica apparentemente del tutto identica a quella reale, attraverso cui gli hacker contattano la vittima finale della frode (vale a dire il partner in affari), inducendola con l’inganno ad effettuare pagamenti molto ingenti, con il pretesto di dover saldare fatture commerciali. Come spiegato dalla stessa Polizia Postale, le indagini sono partite dalla denuncia presentata dall’amministratore delegato di un azienda campana operante nel settore della commercializzazione di gas industriale, il quale si era improvvisamente accorto che un bonifico di ben 236mila euro, disposto dal proprio conto corrente a saldo di una fattura commerciale, non era pervenuto al reale beneficiario, bensì su un diverso conto, comunicatogli con una email inviata dai cyber criminali che si erano sostituiti al reale partner d’affari. I complessi accertamenti tecnologici e finanziari compiuti dalla Polizia Postale hanno condotto gli investigatori ad una filiale di Poste Italiane di Torino, ove risultava aperto un conto corrente a nome di un cittadino nigeriano, residente nel capoluogo piemontese. Da lì, il denaro era stato poi trasferito immediatamente dai frodatori su un conto intestato allo stesso cittadino nigeriano, ed ancora su una diversa carta di pagamento riconducibile ad una donna, anch’essa di nazionalità nigeriana e residente a Torino. Sequestrati i conti correnti, gli agenti sono riusciti a recuperare gran parte della somma sottratta dai truffatori e successivamente, tramite perquisizione nei confronti dei due cittadini nigeriani, hanno rinvenuto in loro possesso tutti i conti correnti strumento del riciclaggio del denaro provento del reato.