Questi enti sono soggetti deboli di fronte alla richiesta di riscatti
Sono state almeno 174 le istituzioni comunali e oltre 3mila organizzazioni collegate ad essere prese di mira dai ransomware nel corso del 2019, con un aumento a livello mondiale del 60% rispetto all’anno precedente. Ad evidenziarlo è un nuovo rapporto di Kaspersky, in cui gli esperti di sicurezza informatica osservano anche che le richieste di riscatto dei criminali informatici raggiungono somme da capogiro con una media di 1.032.460 dollari, arrivando talvolta fino a 5 milioni di dollari.
Non sono quindi solo le aziende dei settori privati di tutto il mondo ad essere nel mirino degli hacker, ma si nota adesso anche un rapido sviluppo del cybercrime nei confronti delle organizzazioni municipali.
I ricercatori hanno infatti rilevato che, benché i comuni non siano in grado di pagare riscatti di elevate somme di denaro, si dimostrano comunque soggetti più deboli e più propensi a cedere alle richieste di riscatto pur di recuperare la disponibilità dei files e ripristinare l’operatività dei servizi pubblici, questo perché qualsiasi disservizio da parte della p.a. può comportare non solo ingenti perdite finanziarie, ma anche altre conseguenze con notevoli impatti sul piano sociale.
Quanto sopra è stato rappresentato da Nicola Berardi, Presidente di Federprivacy, in un articolo pubblicato nel sito www.federprivacy.org nel quale l’autore ha evidenziato come in Italia purtroppo le norme introdotte dal Gdpr e dal Dlgs 101/2018 vengono ancora percepite a fatica soprattutto negli enti pubblici.
Dato che i criminali sono sempre in cerca di guadagni facili, essi prendono più volentieri di mira non tanto le potenziali vittime che possono pagare più soldi, ma piuttosto quelle che sono più vulnerabili e più deboli. Per questo è opportuno prestare la massima attenzione ed adeguare gli enti alla vigente normativa in materia di sicurezza e privacy.
Fonte: Federprivacy