Il 33% degli italiani vittime di attacchi ha perso tutti i dati
Roma – Ben quattro italiani su dieci, nel momento in cui sono stati vittime di ransomware hanno deciso di pagare il riscatto per ripristinare l’accesso ai propri dati. La notizia, tratta dal rapporto Clusit 2021, è stata argomento centrale in occasione del decimo World Backup Day, tenutosi nella giornata del 31 marzo. I ransomware purtroppo sono minaccia informatica in costante crescita, che ha visto una forte impennata di fronte a tanti utenti in smart working. Secondo il citato rapporto Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, i ransomware sono stati usati nel 42% degli attacchi mondiali gravi ed in quasi un terzo di questi c’è stata la richiesta di denaro. Stando a quanto riportato da una ricerca di Kaspersky condotta su 15.000 persone in tutto il mondo, il 33% degli italiani che ha subito un attacco ransomware ha dichiarato di aver perso quasi tutti i suoi dati. Indipendentemente dal fatto che abbia pagato o meno, solo l’11% delle vittime è stato in grado di ripristinare tutti i file criptati o bloccati dopo l’attacco. Il 17%, invece, ne ha persi solo alcuni mentre il 22% non è riuscito a recuperarne una quantità significativa. E proprio pochi giorni fai l CERT-AgID, la struttura del governo che si occupa di cybersicurezza, ha lanciato l’allarme per un nuovo ransomware che sta prendendo di mira l’Italia: si chiama LockTheSystem e viene veicolato tramite email scritte in lingua italiana che fanno riferimento alla mancata consegna di un pacco e chiede un riscatto in bitcoin.