Aumenta l’uso del phishing, ma cala il numero di dispositivi esposti in rete

Roma – Dal 1 gennaio al 31 marzo sono stati ben 349 gli attacchi informatici in Italia, ben sette volte di più di quanto era accaduto nel primo trimestre del 2020. Questo è quanto emerge nel primo rapporto del 2021 sulle minacce informatiche in Italia elaborato dall’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, dove si evidenzia una crescita del 47% sul trimestre precedente e addirittura del +56% nel settore privato. Malgrado ciò comunque il numero medio di incidenti, ovvero degli attacchi andati a buon fine, registra una flessione del 18% rispetto al trimestre precedente, rimanendo nella media. Va invece segnalato un significativo aumento dello le violazioni della privacy attestate dalle multe del Garante con un +55% rispetto al trimestre precedente. I settori maggiormente colpiti sono: software/hardware (app di messaggistica istantanea, sistemi operativi, piattaforme di videoconferenza, social network e dispositivi utilizzati sia in ambito industriale che privato) con 98 eventi, quasi quintuplicati rispetto al precedente trimestre; finanziario (istituti bancari, assicurazioni, piattaforme di criptovalute) con 81 fenomeni segnalati, raddoppiati rispetto all’ultimo trimestre 2020; pubblica amministrazione, con un leggero calo del -6%. I danni provocati dai pirati informatici non sono sempre gli stessi. Si assiste infatti ad un aumento del furto dei dati con un + 70%, alla sottrazione di denaro nel + 40%, mentre le “semplici” violazioni dei dati personali ha avuto un -10%. Tra le tecniche più sfruttate dai cyber-criminali continua a primeggiare il phishing-social engineering con circa il 60% dei casi, ossia quasi il doppio rispetto all’ultimo quarto del 2020. Diminuisce invece nel primo trimestre dell’anno il numero dei dispositivi esposti in rete: dai quasi 8 milioni del precedente trimestre, si passa ai circa 7,25 milioni nei primi tre mesi del 2021. Nello specifico, i dispositivi IoT diminuiscono dell’8% rispetto all’ultimo trimestre 2020, così come i dispositivi senza protocolli sicuri di autenticazione (il 7% in meno rispetto alla fine del 2020) e quelli industriali (-10%).

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