Roma – In occasione di S@lute, il forum dell’innovazione per la salute promosso da Fpa e Allea, è stato reso noto che in caso di attacco informatico, un quinto degli ospedali e delle aziende sanitarie territoriali italiani non sarebbe in grado di ripristinare entro 4 ore i propri sistemi informativi. Lo studio è frutto di una survey che sarebbe stata condotta da Netics nel periodo maggio-giugno di quest’anno su 48 responsabili dei sistemi IT di altrettante aziende sanitarie e ospedaliere in Italia, 300 medici ospedalieri e di medicina generale, 100 infermieri ospedalieri. Dalle interviste è emerso anche che il 41,6% dei responsabili IT evidenzia una allarmante espansione dello Shadow IT, cioè l’impiego di software non ufficiali da parte dei medici ospedalieri per comunicare dati clinici ai pazienti e che «rappresenta una crepa di portata enorme per i sistemi di sicurezza IT». Il 90% dei responsabili IT, inoltre, denuncerebbe una cronica carenza di risorse per la sicurezza. Nel 2016 solo il 4,3% del budget informatico di Asl e ospedali italiani è stato dedicato alla sicurezza e protezione dei dati, mentre negli Usa se ne investe oltre il 10% e nel resto d’Europa circa il 9%.