Roma – Anche la polizia municipale può agire in deroga al codice privacy limitatamente allo svolgimento di particolari attività di indagine. Oppure con l’impiego di sistemi di videosorveglianza. Ma senza entrare nel dettaglio del regolamento ministeriale in corso di approvazione e dedicato specificamente alle forze dell’ordine. Lo ha evidenziato il Consiglio di stato con il parere n. 1525/2017. L’art. 57 del codice privacy richiede l’adozione di un decreto ad hoc recante l’individuazione delle modalità di trattamento dei dati personali per finalità di polizia che ai sensi dell’art. 53 del codice risultano affrancati da numerose formalità. L’art. 9 disciplina la possibilità per gli organi di polizia di acquisire dati collegandosi alle banche dati pubbliche e private estranee alle forze dell’ordine. Questo è il caso ad esempio dei varchi con lettura delle targhe in dotazione alla Polizia locale ad ai Comuni. Riguardo poi ai tempi di conservazione dei dati per finalità di polizia, il dispositivo risulta molto flessibile, in conformità alle diverse esigenze investigative in atto.