Ottawa – Una ricerca condotta lo scorso anno dalla Digital TV Research ha portato ad ipotizzare che la pirateria informatica potrebbe provocare perdite a livello globale calcolabili tra i 52 miliardi di dollari nel periodo compreso tra il 2016 ed il 2022. Secondo lo studio “Online TV Piracy Forecasts” tali danni ammontavano a 6,7 miliardi di dollari nel 2010, salendo a 31,8 miliardi di dollari nel 2017, mentre nell’anno corrente dovrebbe arrivare a quota 37,4 miliardi, grazie ai sistemi sempre più diffusi e complessi strutturati dai criminali informatici. Tra i paesi che potrebbero essere più colpiti in futuro dalla pirateria informatica sembra pacifico che gli Stati Uniti d’America saranno tra i più a rischio in assoluto, con danni che nel 2022 potrebbero ammontare a 12 miliardi di dollari sottratti dal cyber-crime. A seguire in questa scala di potenziali danneggiati sarebbe poi la Cina, considerato che già quest’anno il continente asiatico dovrebbe da solo subire danni per 20 miliardi di dollari. Non è quindi un caso se addirittura in Canada è nata l’associazione FairPlay Canada, strutturata attraverso una piattaforma antipirateria a cui hanno già aderito ben 25 tra le principali media company del Paese tra cui anche Google ed Amazon. L’associazione ha richiesto al governo che venga quanto prima autorizzato il blocco dei siti e delle piattaforme pirata. Obiettivo primario sarebbe la difesa della produzione, dell’occupazione e della ricchezza delle industrie canadesi a discapito del sistema illecito globale che gira attorno al cyber crime. Il modello ispiratore del FairPlay Canada è stato già adottato da altri paesi, come:
- Gran Bretagna
- Australia
- Portogallo
- Corea del Sud
Questo modello verrà utilizzato per contrastare ai massimi livelli la pirateria informatica.