Roma – Gli attacchi informatici ransomware continuano ad essere tra i più pericolosi. Secondo quanto pubblicato nell’undicesima edizione del Data Breach Investigations Report 2018 di Verizon, alla base del 39% dei casi di attacchi legati a malware restano i ransomware, mentre il fattore umano continua ad essere la maggiore debolezza per gli attacchi di tipo pretexting e phishing, ovvero a scopo pecuniario e di riscatto. I dati raccolti dalla Verizon riguardano più di 53.000 attacchi e 2.216 violazioni avvenute in 65 Paesi del mondo. La metà degli attacchi globali sarebbero da attribuire al fenomeno della criminalità. Dalle informazioni raccolte, risulterebbe che:
- il 72% degli attacchi avviene ad opera di criminali esterni
- il 27% a causa di soggetti interni
- il 2% grazie alla partecipazione di un partner
- il restante 2% di più partner.
Tra gli attacchi c’è da dire che il 43% avrebbero come obiettivo lo spionaggio di segreti di Stato e dati personali, conservati dalla pubblica amministrazione. Il report fornisce infine una chiara panoramica sugli attacchi informatici di quinta generazione, che diventano sempre più frequenti e che metterebbero a repentaglio sistemi informatici di aziende ed enti pubblici. Sistemi di difesa più avanzati e formazione del personale a riguardo sarebbero le migliori garanzie contro il cyber-crime ed in particolare i ransomware.