New York – La celebre società statunitense Gartner, grazie ai suoi studi su prodotti e servizi di sicurezza informatica, ha già reso noto che la spesa in mondiale per cyber security andrà crescendo nei prossimi anni, superando i 114 miliardi di dollari nel 2018, ed arrivando ad almeno 124 miliardi di dollari nel 2019. Ora però ha diffuso la notizia che i responsabili di sicurezza stanno cercando di spingere le realtà in cui operano a rendere più sicure le piattaforme tecnologiche, così da aumentare competitività e crescita nel giro d’affari, questo anche a causa della carenza di figure specializzate e competenti e dei mutamenti normativi come la recente entrata in vigore del Regolamento europeo n.679/2016 per la protezione dei dati (GDPR). Un sondaggio condotto dalla stessa Gartner nel 2017 ha anche rivelato che i tre motivi principali della spesa in sicurezza sono i rischi, le necessità di business e i mutamenti del settore, ma anche la protezione dei dati. La sola privacy spingerebbe il mercato per il 10%, rafforzata dai frequenti episodi di violazione di database sensibili. Fino al 2020 pertanto si ipotizza che la gestione del rischio e le preoccupazioni relative alla privacy la faranno da padrone nel contesto delle iniziative di trasformazione digitale per oltre il 40% del fatturato. Nella trasformazione digitale la sicurezza di dati e processi sarà sempre più un fattore chiave in tutto ciò che riguarda il public cloud (dovrebbe passare dai 185 milioni di dollari di investimenti ai prospettati 459 milioni di dollari), i paradigmi SaaS e i dispositivi Internet of Things. Il concetto poi di Security as a Service sembra quindi destinato a superare le installazioni on-premise, tanto che per Gartner nel 2020 la metà della distribuzione dei software di sicurezza sarà sotto forma di servizi gestiti.