New York – I cambiamenti climatici rischiano di avere forti impatti anche sulle tecnologie e sulla rete informatica globale. Entro il 2033 infatti migliaia di chilometri di cavi sotterranei in fibra ottica negli Usa sono a rischio perché potrebbero essere sommersi dall’acqua entro solo 15 anni. A dichiararlo uno studio condotto da ricercatori della University of Wisconsin–Madison e della University of Oregon, i cui risultati sono stati svelati durante un incontro organizzato nella città di Montreal da Association for Computing Machinery, Internet Society e Institute of Electrical and Electronics Engineers. Tutto ciò in quanto oltre 6.000 chilometri di cavi in fibra ottica sotterranei, che non hanno lo stesso grado di protezione e resistenza all’acqua di quelli sottomarini, e 1100 hub di traffico Internet sono a rischio per il fenomeno dell’aumento del livello del mare. Il danneggiamento di questa gigantesca infrastruttura si dovrebbe verificare secondo gli studiosi entro 15 anni, previsioni elaborate grazie ai dati combinati ottenuti da Internet Atlas, mappa della struttura della Rete su scala globale, e dal Noaa, l’agenzia federale Usa specializzata nello studio del clima. I problemi maggiori dovrebbero infatti verificarsi lungo le regioni costiere, nei punti di approdo dei cavi sottomarini transatlantici, spina dorsale delle reti di comunicazione globale, quindi in città come Miami, Seattle e la stessa New York, zone dove è anche maggiore l’afflusso e la concentrazione di dati. Già nel recente passato, esperienze climatiche traumatiche come ondate di calore, tempeste o uragani (si pensi al Sandy nel 2012 che mise in ginocchio la zona di New York) hanno prodotto in questo senso gravi danni alle telecomunicazioni. Situazioni simili furono le ondate di calore estremo nel 2017 in Florida e nel 2015 in Australia, dove andarono in crisi gli stessi sistemi di raffreddamento dei data center nevralgici provocando un blocco prolungato di Internet.