New York – Il crimine informatico diventerà sempre più uno strumento geopolitico con danni a siti web politici e servizi critici per le infrastrutture nazionali sono sempre più frequenti, soprattutto anonimi ed in vista di elezioni. A dichiararlo è stato nei giorni scorsi Darren Anstee, chief technology officer di Netscout Arbor, illustrando un panorama geopolitico a tinte fosche per il settore della cyber-sicurezza dei prossimi anni.
A rendere ancora più attuali queste previsioni è stato il recente rapporto del Forum Economico Mondiale, che ha mostrato come il cyber-crime miri ad obiettivi che vanno ben oltre i confini del mondo digitale, diventando Cyber Reflection e «trasformando ancora una volta le modalità di calcolo del rischio per i responsabili della sicurezza, in particolare per le istituzioni finanziarie globali e le altre realtà sovranazionali, il cui potere le rende bersagli appetibili».
Per gli analisti informatici è sempre più necessario essere preparati e avere cognizione dei rischi per poter garantire una sicurezza minima agli apparati informatici contro minacce sempre nuove, più evolute ed aggressive, perché multi-vettoriali e multi-livello.
Le difese quindi necessitano di poter evolversi: se ieri bastava avere una licenza antivirus, oggi è necessaria una difesa di tipo ibrido. Secondo Anstee infatti «le migliori pratiche di difesa richiederanno sempre più una posizione di cyber difesa ibrida, con dispositivi on-premise in grado di gestire attacchi informatici quotidiani su piccola scala affiancati da una mitigazione basata sul cloud quando gli attacchi raggiungono una certa soglia dimensionale».
Tra le raccomandazioni generali dell’esperto informatico quella che “ogni volta che nel mondo reale si verifica un incidente controverso, è utile tenere d’occhio i segnali da quello virtuale, per scongiurare il rischio di essere le prossime vittime della Cyber Reflection”.