Roma – Il 2018 lo lasceremo a livello informatico, ricordando il calo dei ransomware, ma anche per l’aumento esponenziale dei coin miner virus. Nel suo report annuale McAfee ha spiegato che nel quarto e ultimo trimestre di quest’anno sono stati rilevati quasi quattro milioni di nuovi coin miner virus, contro i 2,5 milioni del trimestre precedente. Secondo McAfee, i nuovi malware che “minanoBitcoin sono cresciuti di circa il 55% nel corso del trimestre, e del 4.467% rispetto allo scorso anno, quando se ne registrarono circa 250.000. Una scelta niente affatto casuale: mentre le quotazioni di Bitcoin e altcoin crollano e il mining diventa sempre meno remunerativo, gli hacker preferiscono far fare il “lavoro sporco” ad altri utenti, godendone dei frutti. Un boom vero e proprio, dato che ad inizio dell’anno scorso valevano 996 dollari, alla fine dell’anno ben 13.000 dollari. Oggi il valore dei Bitcoin si attesta intorno ai 3.500 dollari.

Sempre nel 2018 si ricorda l’attacco a 3.700 router prodotti da MiktoTik, che sono stati trasformati in veri e propri “schiavi” per calcolare cripto-valute. Questo apre le porte ad un’altra grande vulnerabilità per l’IoT, l’Internet delle cose fatta di dispositivi intelligenti collegati in rete. Ognuno di questi dispositivi potrebbe diventare un bersaglio per questi virus: anche se router, telecamere IP e altri piccoli e grandi device di domotica hanno capacità di calcolo molto basse rispetto a una CPU di un PC o di un notebook, il loro numero sempre più elevato li rende appetibili.