Milano – Gli attacchi malevoli stanno crescendo dal 2011 in maniera impressionante e nei grafici hanno una curva particolarmente erta. A dirlo gli esperti di Clusit, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, che hanno evidenziato nel Report 2019 un picco del +38% degli attacchi nel 2018, con 1.552 attacchi gravi registrati (in media 129 al mese). Il 79% degli attacchi è stato compiuto allo scopo di estorcere denaro alle vittime o di sottrarre informazioni per ricavarne denaro (+44% rispetto ai dodici mesi precedenti). Le attività di Hacktivism e di Cyber warfare (guerra di informazioni) risultano invece in calo nel 2018, rispettivamente del 23% e del 10%, se paragonate all’anno precedente. Negli ultimi dodici mesi il settore sanitario ha subito l’incremento maggiore degli attacchi, pari al 99% rispetto al 2017. Nel 96% dei casi gli attacchi a questo settore hanno avuto finalità cybercriminali e di furto di dati personali. A seguire il settore pubblico è stato vittima di un 41% degli attacchi in più rispetto ai dodici mesi precedenti e i cosiddetti “multiple targets” – i bersagli multipli. Ancora una volta i malware “semplici” sono stati prodotti industrialmente e a costi sempre decrescenti il principale vettore di attacco nel 2018, in crescita del 31% rispetto al 2017; All’interno di questa categoria, i Cryptominers nel corso del 2018 sono arrivati a rappresentare il 14% del totale (erano il 7% nel 2017); l’utilizzo del malware per le piattaforme mobile negli ultimi dodici mesi ha rappresentato quasi il 12% del totale. Da segnalare la crescita del 57% rispetto all’anno precedente degli attacchi sferrati con tecniche di Phishing e Social Engineering su larga scala, ancora a testimonianza della logica sempre più “industriale” degli attaccanti.