Garante Privacy: ecco i dati che emergono dalla relazione

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato il giorno 7 maggio alle ore 11.00 presso la Camera dei Deputati la relazione sull’attività svolta nel 2018.

La relazione ha illustrato i diversi fronti sui quali è stata impegnata l’Autorità nel settennato presieduto da Antonello Soro e ha fatto il punto sullo stato di attuazione della legislazione in materia di privacy anche alla luce del GDPR.

Posto che il testo integrale del discorso del Presidente Soro e quello della relazione sono disponibili nel sito del Garante http://www.garanteprivacy.it/, quello su cui vogliamo soffermarci sono alcuni numeri relativi ai provvedimenti e agli accertamenti svolti, sia in ambito pubblico che privato, con il contributo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche nonchè sulle sanzioni amministrative riscosse che ammontano ad oltre 8 milioni di euro nell’anno 2018 (circa il 115% in più rispetto all’anno precedente!).

In particolare nel 2018 le violazioni amministrative contestate dal Garante della privacy sono state 707, per lo più concernenti il trattamento illecito di dati, la mancata adozione di misure di sicurezza, il telemarketing, le violazioni di banche dati, l’omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali.

Sempre nel 2018 il Garante ha adottato 517 provvedimenti collegiali e fornito riscontro a oltre 5.600 tra quesiti, reclami e segnalazioni in un gran numero di settori: marketing telefonico e cartaceo; centrali rischi; credito al consumo; videosorveglianza; concessionari di pubblico servizio; recupero crediti; settore bancario e finanziario; assicurazioni; lavoro; enti locali; sanità e servizi di assistenza sociale.

I ricorsi decisi sono stati 130 e hanno riguardato soprattutto editori (anche televisivi), datori di lavoro pubblici e privati, banche e società finanziarie, p.a. e concessionari di pubblici servizi, fornitori telefonici e telematici. I pareri resi dal Collegio a governo e al Parlamento sono stati 28 (di cui 5 su norme di rango primario) ed hanno riguardato, tra l’altro, l’attività di polizia e sicurezza nazionale; il casellario giudiziale; i trattamenti di dati a fini di polizia; le misure antiassenteismo e la raccolta delle impronte digitali dei dipendenti pubblici;  il Programma statistico nazionale; il “bonus cultura”; il Fascicolo sanitario elettronico; la carta di identità elettronica; il Registro tumori; l’Archivio dei rapporti finanziari; l’Anagrafe nazionale dei vaccini; il fisco. Quarantaquattro sono stati i pareri resi ai sensi della normativa sulla trasparenza.

In ogni caso il 2018 verrà sicuramente ricordato come l’anno delle grandi novità introdotte dal Regolamento Ue per la tutela dei diritti nel mondo digitale: grandi piattaforme, big data; algoritmi ad uso sociale; pervasività delle diverse forme di controllo e la raccolta dei dati; profilazione on line; fake news; cybersecurity e Internet delle cose.