Emotet continua a far parlare di sé, trasformandosi in botnet

New York – Il padre del 61% dei payload pericolosi è lo stesso autore della botnet Emotet. Ad affermarlo gli analisti informatici di Proofpoint che hanno pubblicato i dati relativi alle minacce del «Q1 2019». Emotet sembra dunque continuare a crescere, trasformandosi da trojan bancario a botnet e Proofpoint ha osservato che il rapporto tra URL e allegati è stato di circa 5 a 1 nel Q1 2019, con un aumento percentuale pari al 180% rispetto al Q1 2018. Proofpoint in merito analizza quotidianamente qualcosa come 5 miliardi di messaggi email e centinaia di milioni di post sui social network per proteggere utenti ed aziende dalle minacce più avanzate del crimine informatico. Tra i consigli che la Proofpoint ha dato sulla sicurezza ci sono quelli di avere sistemi avanzati che superino il «fattore umano» come anello debole della sicurezza e che blocchino e mettano in quarantena le minacce in entrata, oltre a proteggere il sistema dalle tante azioni fraudolente esistenti ormai in rete. In particolare è caldeggiato l’affidamento ad un’azienda specializzata per avere una soluzione che combini tecniche statiche e dinamiche per rilevare nuovi strumenti, tattiche e obiettivi di un nuovo attacco ed elaborare le informazioni.