Yarix mette in allerta sui 3.000 attacchi censiti nel primo trimestre e la scarsa propensione alla sicurezza in Italia
Roma – Il crimine informatico si va predisponendo verso l’industrializzazione dei suoi attacchi, sempre più massivi e mirati. A mettere in guardia gli utenti è stato nei giorni scorsi Mirco Gatto, ceo di Yarix, divisione della sicurezza del gruppo italiano Var Group, riportando un recente studio effettuato dagli analisti del gruppo di ricerca.
L’Italia risulta ancora una volta particolarmente esposta agli attacchi hacker con ben 12.020 possibili violazioni dei livelli di sicurezza informativi rilevati nel primo trimestre dell’anno, dei quali 3.162 sono evoluti in situazioni più gravi, pregiudicando l’utilizzo di asset o addirittura la perdita di dati.
Inoltre emerge che il 37% degli attacchi coinvolge attualmente i comparti manifatturiero, il 17% quello IT e il 16% la grande distribuzione organizzata. Le campagne phishing che finora hanno dimostrato maggiore aggressività, nel primo trimestre dell’anno, sono state relative a: sextortion (fenomeno scoppiato nel mese di gennaio, minacciando di rivelare la frequentazione di siti web a luci rosse), false fatture sospese che inducono al download di allegati pericolosi e campagne email tramite pec con una nuova versione del malware Gootkit (con inizio dal mese di marzo). Dal report presentato emerge ancora una volta la preoccupante «esposizione inconsapevole delle potenziali vittime a causa di un approccio superficiale verso la sicurezza informatica, lasciando esposti e senza alcuna protezione servizi o protocolli, che possono rappresentare altrettanti varchi di accesso ai propri dati».