Gli hacker pare volessero colpire la vicina università, riattivando troppo tardi i sistemi

Berlino – Uno dei maggiori rischi informatici (in termini umani) già da lungo tempo previsti, si è concretizzato: un ransomware ha provocato la morte di una donna, avendo colpito la struttura sanitaria dove doveva essere ricoverata. L’attacco hacker infatti, come riportato dal sito della rete Rtl, è stato di tipo ransomware, crittografando tutti i file e i dati della clinica ospedaliera dell’Università di Dusseldorf. Come sempre i pirati informatici hanno individuato e colpito l’anello debole del sistema di protezione dell’ente, cifrando ben trenta server e facendo saltare quindi vari sistemi dell’ospedale. A quel punto non solo sono stati posposti gli interventi chirurgici, ma lo stesso pronto soccorso ha dovuto chiudere temporaneamente gli accessi, costringendo i pazienti ad essere trasferiti altrove. La richiesta degli hacker per ripristinare tutti i dati è stata di 900mila euro da pagare in bitcoin all’Università “Heinrich Heine”, affiliata all’ospedale e non all’ospedale stesso. Evidentemente un errore, tanto che poi è stato fatto messaggio agli hacker dell’equivoco se l’obiettivo era l’Università. A quel punto i pirati informatici hanno ritirato la richiesta e ripristinato i sistemi crittografati, ma pare che il fatto sia costato la vita di una donna, giunta in ospedale in gravi condizioni e costretta ad essere trasferita all’ospedale di Wuppertal ad una trentina di chilometri da Dusseldorf, ritardando di un’ora le cure necessarie. Ovviamente, come spiegato dalle stesse autorità che investigano sul caso, qualora sia determinato il nesso di casualità tra l’atto di pirateria informatica e la morte della donna, «i crimini di cui dovranno rispondere gli autori saranno diversi e ben più gravi».